Ma quante fontane ci sono in Valtellina e Valchiavenna?
Fontane che hanno marcato… il territorio, ma che… ancora marcano, nel tempo che scorre, come l’acqua, la vita di tutti noi.
Guglielmo Scaramellini
Grazie a un libro di Giorgio de Giorgi lo possiamo scoprire! “Chiare, fresche, dolci acque”… potrebbe essere questo l’incipit di “Fontane di Valtellina e Valchiavenna”, edito da Nodolibri. Nella introduzione, a cura dell’Editore (Gerardo Monizza), si legge che il territorio attuale della provincia di Sondrio (dove vi sono la nostra sede e showroom con le camere campione per hotel che abbiamo realizzato) comprende settantotto comuni e una quantità indefinita di piccole frazioni. Il tutto appartiene ad un fittissimo “reticolo” di informazioni storiche e umane che sono quasi impossibili da tradurre per una facile e immediata lettura. Per queste ragioni in questo volume si è scelto di seguire un criterio differente dall’elencazione di luoghi e soggetti. Il titolo “Fontane di Valtellina e Valchiavenna” sembra ridurre l’indagine alle sole direttrici geografiche principali di una realtà assai più vasta e complessa che comprende zone altrettanto famose, importanti e belle. Tante e troppe e certamente impossibili da contenere in un titolo che riportasse in modo immediato a luoghi noti e a manufatti riconoscibili. Giorgio De Giorgi, il fotografo che ha curato l’intera indagine fotografica di tutte le fontane riportate nella pubblicazione, rappresenta il solo ed unico “giudice” per quanto riguarda la scelta del soggetto da “immortalare”… a lui ed alla sua sensibilità di vero artista della fotografia, è stato affidato il compito di individuare quei soggetti che meglio si prestavano alla pubblicazione. Il volume “Fontane di Valtellina e Valchiavenna” è diviso in sette parti: le prime cinque raggruppano le fontane appartenenti alle Comunità Montane dell’Alta Valtellina, di Tirano, di Sondrio, di Morbegno e di Chiavenna, consentendo al lettore di ritrovare con facilità i luoghi, di verificare uguaglianze nei modelli delle fontane, le diversità dei materiali impiegati per la costruzione e una eventuale omogeneità nelle disposizioni. La penultima parte (la sesta) è dedicata alle fontane contemporanee; questa separazione dagli altri manufatti indica anche una svolta riconoscibile nel ruolo storico della fontana: da un punto di incontro, di utilità e di comunicazione sociale, a punto di vista osservato come monumento, spesso solo celebrativo. L’ultima parte (la settima) raggruppa alcuni contributi storici stesi da esperti ricercatori e attenti osservatori della realtà locale, della mentalità di questi territori, della linguistica e della storia. Ogni settore è preceduto da un testo evocativo e poetico che riporta “le azioni” dell’acqua: il suo scorrere, il suo fermarsi, il suo dissetare, il suo lavorare, il suo riunire, etc. Si parte con lo “scorrere”: l’acqua che sgorga dalle sorgenti, scorre e scivola via dalle vallate, portando fertilità alla terra, alla natura ed all’uomo; poi l’acqua si ferma, costretta all’interno di una torretta di pietra oppure in metallo; l’acqua che nutre e disseta uomini ed animali, lasciando sempre un senso di benessere, di appagamento e di freschezza; infine l’acqua come bene e risorsa insostituibile per il lavoro, un tempo a braccia nei lavatoi, in seguito meccanica nei laboratori e nelle industrie. Senza dimenticare la funzione prima delle fontane che era quella di riunire le genti a lavorare, a dissetarsi, a discutere ed alcune volte anche a litigare.