Dubrovnik: una città risorta dalle ceneri di una guerra fraticida

Dubrovnik: una città risorta dalle ceneri di una guerra fraticida

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La bellezza regala emozioni, a Dubrovnik ancora di più!

Arrivare a Dubrovnik dal mare, restare abbagliati dalla luce che si riflette sulla città vecchia regala una sensazione di mancanza incommensurabile: per quanti luoghi incantati si possano aver visitato in precedenza non si riesce ad aspettare che la barca approdi al porticciolo, quel suo innato splendore la rende irresistibile, rapisce i sensi. E allora saltare sulla banchina di Dubrovnik e cominciare a girovagare tra le stradine, arrampicarsi lungo la maestosa cinta muraria, mischiarsi con la folla che passeggia lungo lo “stradun” è un piacere che non ci si può negare per nessuna ragione al mondo. Neppure se c’è tanta gente da non riuscire a vedere oltre il proprio naso. Perché proprio quando pare che il muro di turisti sia insormontabile c’è un gesto che libera lo spirito e che regala l’ennesima inenarrabile emozione: togliere le scarpe e camminare scalzi per i vicoli di Dubrovnik. Allora si scopre che la Starigrad di medioevale memoria ha donato alla storia una città “tattile” di cui anche le mani ed i piedi possono godere. Le pietre delle strade rispondono al tocco del sole caldo di agosto e si fanno accarezzare dalla brezza alla sera, sembra quasi di camminare sul velluto e di accarezzare le sete importate dai mercanti veneziani nel 1300.

Lo sviluppo turistico dell’area di Dubrovnik dal dopoguerra ad oggi è strabiliante. Il settore è diventato il motore trainante dell’economia. La guerra danneggiò non solo l’immagine del Paese ma anche le strutture e contaminò le sue spiagge; ciononostante, a metà degli anni Novanta quando, passata la fase più dura delle guerre, la Croazia tornò ad essere meta di turisti stranieri nei mesi estivi ed il Paese conobbe una notevole entrata di valuta straniera, utile per cominciare a rimettere in sesto un’economia al collasso. Hanno allora preso forma numerosi progetti per la riqualificazione delle aree costiere attrezzate e delle strutture alberghiere. Punta di diamante della crescita turistica croata è sicuramente la Dalmazia, di cui Dubrovnik è fiera città capolista: dalla primavera all’autunno è gremita di turisti italiani e tedeschi – i più affezionati – e di francesi. Numerosi nelle ultime due stagioni gli statunitensi.

Dubrovnik: il più importante programma di recupero e restauro dell’Unesco

Devastata dalla guerra del 1991 la città vecchia di Dubrovnik, già sito WHC (World Heritage Centre – Ufficio Patrimonio Mondiale) dal 1979, ha visto uno speciale rifiorire nell’ultimo decennio. Il 31 gennaio 2005, il Tribunale Internazionale per i crimini di guerra per la Jugoslavia condannò il generale Pavle Strugar dell’Esercito popolare Jugoslavo a 8 anni di carcere per crimini di guerra perpetrati nel 1991 e, grazie all’articolo 3 dello Statuto del tribunale, per la distruzione di monumenti allocati nella città vecchia. Secondo la convenzione UNESCO firmata nel 1972, i crimini commessi contro il patrimonio culturale e artistico delle popolazioni non hanno differente valenza da quelli commessi contro la popolazione civile stessa: sono in eguale misura lesivi della civiltà e della dignità di una nazione e possono essere quindi sanzionati dalla legge umanitaria internazionale. Danneggiata dal conflitto armato, la vecchia città di Dubrovnik diventò il centro del maggior programma di recupero e restauro coordinato dall’UNESCO. Già nel 1991, la città fu immediatamente inclusa nella lista dei siti WHC in pericolo per informare l’opinione pubblica e mantenere le misure di protezione necessarie. Grazie al supporto da parte dell’UNESCO che fornì mezzi e materiali per $ 300.000, il governo croato ha restaurato il Monastero dei Francescani e dei Domenicani di Dubrovnik, splendido monumento, ha riparato tetti e ristrutturato palazzi. Nel dicembre 1998 fu dunque possibile depennare la città dai siti in pericolo. Oggi il WHC continua a mantenere assistenza al sito, finanziando congressi ed attività per il rilancio culturale e turistico dell’area.